Regione: Lombardia
Diritti civili

No all'attuazione del "regionalismo differenziato" in Lombardia

La petizione va a
Consiglio regionale della Lombardia

1.347 Firme

Raccolta voti terminata

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Raccolta voti terminata

  1. Iniziato 2021
  2. Raccolta voti terminata
  3. Presentata
  4. Dialogo con il destinatario
  5. Decisione

Novità

11/11/2021, 16:31

Marina Boscaino, portavoce nazionale dei Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata ..., ha ricostruito il quadro delle azioni in atto da parte dei Comitati, che si è impegnata sul processo del regionalismo differenziato dai suoi esordi e nei passaggi in atto dal 2018, a seguito della stipula degli Accordi preliminari tra il Governo e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. In questo senso le iniziative delle petizioni popolari ai Consigli regionali dell’Emilia-Romagna, la prima avviatasi nella primavera scorsa e la seconda più recente della Lombardia, identificano l’obiettivo di un’attività fondamentale di alfabetizzazione sull’autonomia differenziata, teso a inserire nel dibattito pubblico gli elementi concreti di questo intervento, che non riguarda solo il piano istituzionale e normativo, ma ha conseguenze dirette sul piano economico e sociale per tutto il Paese. Fondamentale – in questo contesto - non contrapporre Nord a Sud: se dovesse passare il progetto di Ad, sarebbe un danno enorme anche per i cittadini e le cittadine del Sud, costretti a fare i conti con le privatizzazioni cui tale processo darà vita.

Francesco Pallante, è intervenuto per Libertà e Giustizia. L’Associazione ha svolto un lavoro costante sul tema dell’autonomia differenziata, cercando di leggerne insieme gli elementi culturali e istituzionali e di valorizzare le iniziative promosse in tal senso da alcuni Circoli, in particolare da quelli di Bergamo, Palermo e Udine. Sul piano più strettamente costituzionale e normativo, F. Pallante ricorda che occorre contestualizzare il tema dell’autonomia differenziata, in quanto le Regioni non sono Enti aventi fini propri, avulsi da quelli dello Stato e delle altre Autonomie locali, come indicato all’art. 5 della Costituzione; la loro funzione si esplica nel consentire il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza, secondo il disegno dell’art. 3 Cost., i quali spettano a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza di ciascuno. L’utilizzo che è stato fatto da parte delle Regioni della facoltà definita all’art. 116, comma 3 Cost sembra invece aver assunto un significato ideologico e non politico-istituzionale (p. es. nel chiedere tutte le 23 funzioni definite all’art. 117 perché in astratto richiedibili!). Si registra inoltre, come tali richieste non siano sostenute da effettive peculiarità territoriali o culturali e sia stato fatto un uso distorto del regionalismo, per esempio nel caso del cosiddetto residuo fiscale. Si tratta di una rivendicazione infondata, dato che sono i cittadini a pagare le tasse allo Stato nella stessa misura ovunque vivano nel Paese e che le Regioni non sono loro le destinatarie. Su questo punto è intervenuta la Corte Costituzionale con le sentenze n. 69 e n. 83 del 2016, ma il rischio di minare la solidarietà nazionale rimane concreto. Tale fondamento ha senso solo se dotato di portata generale e come tale va preservato. Anche per queste ragioni si sostiene la Petizione e la richiesta di revoca/sospensione del processo di attuazione dell’autonomia differenziata anche in Lombardia.

Massimo Villone, Presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, ha richiamato il contesto in cui l’attuazione dell’autonomia differenziata si colloca, la “durata” del tema nel dipanarsi dell’iniziativa di cinque Governi dal 2018 sino a oggi e l’importanza di comprenderne le radici e la costanza. L’impianto concettuale dell’autonomia differenziata è di tipo economico, oltre che essere datato: il Paese deve competere sul piano globale, in presenza dei segnali di ripresa economica dopo la pandemia deve essere garantita la condizione di comando e supporto all’economia del Nord, che sola può essere competitiva. In questo senso, ritornano i richiami alla Lombardia e al Nord del Paese come l’unica “locomotiva”. Non è una teoria nuova, è un paradigma affermato da 40 anni ma, anche in questa fase e in presenza delle risorse del PNRR, unire anche solo potenzialmente il Paese sembra fare danno. L’autonomia differenziata si presenta così come il paradigma di mantenimento degli squilibri e dei divari territoriali e sociali e uno strumento ddi aggravamento delle disuguaglianze, a tutti i livelli. Occorre contrastare tale approccio, la visione negativa e mortifera che reca, incidendo sul piano politico; in questo senso ritengo positive iniziative come le Petizioni e l’azione sul Parlamento, ma anche un’azione che tenda alla riforma del Titolo V. della Costituzione.

Antonio Madera, portavoce del Comitato regionale Emilia-Romagna contro qualunque Autonomia Differenziata ..., ha ricordato come la sensibilizzazione e il dialogo con le/i cittadine/i siano essenziali per restituire corpo al tema e perché se ne colga la la portata generale e nazionale. Altresì ha sottolineato quanto l'apprendere ciò che sta succedendo generi un'adesione immediata e granitica alla lotta contro la richiesta di autonomia differenziata.


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