Regione: Lombardia
Diritti civili

No all'attuazione del "regionalismo differenziato" in Lombardia

La petizione va a
Consiglio regionale della Lombardia

1.347 Firme

Raccolta voti terminata

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Raccolta voti terminata

  1. Iniziato 2021
  2. Raccolta voti terminata
  3. Presentata
  4. Dialogo con il destinatario
  5. Decisione

Novità

06/06/2022, 15:01

EPPUR SI MUOVE! IL FENOMENO CARSICO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONALE È RIPRESO!
1.
Nelle ultime settimane sono stati resi noti tre accadimenti significativi riguardo l’attuazione dell’autonomia differenziata:
1) a diffusione di una bozza non ufficiale del disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” (in allegato) e della sua relazione illustrativa (28 aprile 2022) a cura della Ministra M. Gelmini;
2) la proposta di un disegno di legge quadro in materia a cura del PD Veneto (23 maggio 2022) e, infine, 3)
3) la presentazione di due disegni legge parlamentari per l’abrogazione del c. 3 dell’art. 116 della Costituzione (AS 2618) a cura dei Gruppi parlamentari di Manifesta alla Camera e del senatore Gregorio De Falco (Gruppo Europeisti MAIE Centro Democratico) al Senato (17 maggio 2022).
Non potendo dire in queste circostanze “ben scavato vecchia talpa!”, si può riconoscere in questo dinamismo il venire al pettine di snodi istituzionali lungamente attesi e sinora, almeno per il primo caso, coperti da un immotivato riserbo e da trattative segrete ininterrotte tra i Presidenti delle Regioni, i partiti e il Ministero degli Affari istituzionali. Trattative e negozi intercorsi a seguito dell’insediamento del Governo Draghi e dell’inserimento del disegno di legge sull’autonomia differenziata nel collegato alla Legge finanziaria, senza avere sinora in alcun modo informato e coinvolto il Parlamento e la cittadinanza.
LA BOZZA DEL DISEGNO DI LEGGE QUADRO GELMINI è da considerarsi attendibile, anche se è ancora oggetto di trattative e accordi preliminari tra la Ministra e i partiti, al fine di porla al riparo di contestazioni e rinvii nel dibattitto parlamentare, volendo la Ministra portarla in discussione entro il mese di luglio prossimo: essa richiede una valutazione attenta per la sua esibita indifferenza, sia riguardo le indicazioni emerse in un ventennio di dibattito costituzionale sia rispetto le risultanze della Commissione insediata dalla Ministra stessa nel 2021. In modo quasi speculare al risultato del disegno di legge delega per la riforma fiscale, non di mediazione alta della politica si tratta, ma del congelamento della competenza politica e istituzionale, agito al livello più basso in forza delle “larghe intese” tra le forze politiche. Un passo indietro, anche rispetto al disegno di legge Boccia (2019), con effetti rovinosi in un Paese immemore del suo stato reale e che riduce e svilisce il ruolo del Parlamento.
In questo contesto, a cui ha corrisposto un lungo silenzio da parte dei grandi quotidiani nazionali e media televisivi, IL DISEGNO DI LEGGE QUADRO A CURA DEL PD DEL VENETO, che intende dialogare sia a livello locale sia con il testo proposto dalla Ministra, è invece il segnale di posizioni diversificate nel Partito che, in questo caso, sono nel segno del “migliorismo”, ossia della sottomissione al quadro normativo attuale, pur limitando le richieste regionali a sette materie, senza alcuna messa in discussione dell’approccio adottato dalla Regione Veneto; ma tanto basta al Presidente L. Zaia ad assoldare nel novero dei sostenitori dell’autonomia veneta gli zelanti promotori della proposta. Questo accade mentre nessuno nel Partito Democratico e a livello di Regione Emilia-Romagna ha risposto alle osservazioni critiche sull’attuazione dell’autonomia differenziata espresse dal Sindaco di Bologna, Matteo Lepore (9 marzo 2022).
I DUE DISEGNI DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE sono il primo segnale di un’opposizione netta all’iniziativa governativa; essi nascono sostenuti dalla mobilitazione in atto dal 2019 da parte dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata. In prospettiva si annunciano ulteriori iniziative di contrasto all’attuazione del regionalismo differenziato, tra cui la presentazione di un disegno di legge di revisione costituzionale di iniziativa popolare, promosso da un gruppo di giuristi e dal Coordinamento per la democrazia costituzionale. Ė in corso altresì la raccolta di firme delle Petizioni popolari al Presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna e della Lombardia.
continua ...


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