2 Firme
La petizione è stata ritirata dal promotore
La petizione è indirizzata a: Camera dei deputati, Elena Bonetti, Dipartimento pari opportunità
Secondo lo studio "La politica sull'uguaglianza di genere in Italia" pubblicato dal dipartimento tematico per i Diritti dei cittadini e gli affari costituzionali del Parlamento europeo, le donne italiane hanno votato per la prima volta 75 anni fa.
Dopo gli anni 70, il movimento femminista si spense, il dipartimento per le pari opportunità approvò nel 2010 un primo piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking. Nel 2013 è stata approvata una nuova legge contro il femminicidio.
Secondo la classifica dell'UE, l'Italia è uno dei paesi con minore uguaglianza di genere. Un decreto legge del 2009 obbliga le amministrazioni pubbliche a compiere un bilancio di genere, ma dal momento che non vengono fornite ulteriori informazioni sulle metodologie, la tempistica e le responsabilità, il disegno di legge è stato totalmente ignorato dalla maggior parte delle amministrazioni.
La mia richiesta attraverso questo testo è di far sottoporre per legge le amministrazioni e definire verifiche per compiere un bilancio annuo perché non è prevista alcuna sanzione per il trattamento disuguale dei sessi nell'ambito lavorativo, dunque ora è necessaria un'azione da parte nostra, donne e uomini italiani.
L'articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana, sancisce il principio di uguaglianza di genere. Secondo Il corriere della sera in Italia la diseguaglianza di salario fra donna e uomo è del 23,7% rispetto alla media europea del 29,6%. L'interesse riguardo questo divario è ancora scarso e ha un influsso sul sistema pensionistico.
L'articolo 37 della Costituzione italiana sancisce la parità fra uomini e donne sul mercato del lavoro senza una legge che concretizzi un salario paritario. Con questa firma puoi aiutare ogni donna in Italia a combattere la disuguaglianza salariale, non esiste una legge in atto che garantisca questo diritto fondamentale. Con il provvedimento della parità di genere, la Camera ha iniziato a promuovere donne e uomini a conciliare vita lavorativa e privata grazie ai bonus per l’asilo nido e il baby sitting e chiaramente è stata intrapresa una azione per limitare la violenza contro le donne.
Parla apertamente del tuo stipendio al primo colloquio di lavoro e durante i colloqui annuali, se sei indipendente, informati del rapporto fra offerta e prestazione che propongono i tuoi colleghi e affermati proponendo il tuo lavoro per lo stesso o maggior guadagno.
Non basta parlare di stipendi rosa paritari per migliorare l'uguaglianza di genere, come in ogni paese, ci sono diverse condizioni di base da migliorare in modo che la convivenza fra i generi funzioni. Il ruolo materno rimane in Italia come in ogni altro paese il ruolo centrale nella famiglia, cosa accadrebbe se fosse il padre a lavorare part time per dedicarsi ai figli, sarebbe anche lui privo di denaro sul proprio conto bancario e ciò a tempo indeterminato oppure quando sarà pensionato? Sarà a lui riconosciuto il lavoro domestico e l’educazione dei figli come un compito che va retribuito? Sarà lui per questi ruoli economicamente povero durante il pensionamento?
Per non parlare delle differenze di salari fra Nord e Sud Italia, si stima che fra una operaia generica e un operaio generico del Nord (Firenze, Milano e Torino) e un operaio e una operaia del Sud (Cagliari, Palermo e Roma) ci siano ben a partire dal 22% di differenza, secondo i dati del Tg24 e secondo Vanity Fair nel 2020 si prende atto di un divario di salario sino al 40%.
È chiaro che in Italia abbiamo molto da fare con un governo in continuo cambiamento che perde di vista i bisogni basilari dei cittadini e che questi ultimi non vedendo una luce fuori dal tunnel non abbiano altra scelta che rivolgersi in alcune regioni a organizzazioni mafiose per sussistere ai bisogni economici primari trovando così un posto di lavoro in nero. La conseguenza diretta sarà non avere una pensione durante la terza fase della vita perché il lavoro non è mai stato ufficialmente riconosciuto come tale quindi pur di ottenere un guadagno, il cittadino preferisce vivere senza prospettive economiche future. Come possiamo incentivare la cittadina a prendere parte ad un lavoro equo e solidale?
Motivazioni:
Secondo “Norme ruoli e credenze nel divario pensionistico di genere”, le donne beneficiano di pensioni più basse degli uomini e la loro situazione non è migliore rispetto quella delle donne in altri paesi economicamente avanzati.
L’ineguaglianza nelle pensioni è l’esito di diverse condizioni nel mercato del lavoro come per esempio la doppia presenza femminile nella famiglia e nel mercato del lavoro che obbliga molte donne a scegliere tra la sfera privata e pubblica. Se scelgono la carriera, ne avranno una discontinua e/o lavoreranno part time soprattutto a causa dei ruoli famigliari che ricoprono. La nascita di una bambina o un bambino è la causa per cui molte donne in Italia riprendono spesso solo dopo molti anni il lavoro.
La conciliazione della vita lavorativa e famigliare implica dunque spesso una attività lavorativa part time che ha diverse conseguenze negative come la riduzione del reddito percepito nell’immediato e ridotto al pensionamento, andrà incontro alla marginalità organizzativa e la conseguente riduzione delle opportunità di carriera.
Da prendere in considerazione vi è la presenza in percentuale diversa di pensionate in tutta Italia: nel 2007 le pensionate di vecchiaia e anzianità erano più presenti nelle regioni settentrionali, la loro presenza era del 48% al Nord, del 44% al Centro e del 41% al Sud dunque la parità di trattamento in Italia è legata a sua volta alla parità di condizioni nel mercato del lavoro. Nel 2009 invece il tasso occupazionale femminile era del 56% al Nord e al Sud soltanto di 3 su 10.
Ti incoraggio ad andare avanti aiutando prima te stessa, trattando il tuo stipendio sin dal primo giorno di lavoro in modo che sia pari al tuo corrispettivo collega di lavoro. Candidati per un lavoro reale con un contratto valido sin dal primo giorno, chiedendo esplicitamente uno stipendio paritario.
Se questo argomento ti appassiona, ti motiva, puoi aiutare altre donne ogni lunedì in strada raccogliendo firme per questa petizione, mostrati ed esprimiti per questa causa. Diamo il benvenuto a tutti gli uomini che sostengono e incoraggiano le donne a negoziare salari migliori!
Parlane apertamente e sostieni questa petizione con la tua firma. Per presentarsi in modo esemplare sul mercato del lavoro, invito tutte le aziende italiane a optare per la certificazione Equal Salary. Per aumentare lealtà, motivazione e prestazioni e quindi avere un salario equo indipendentemente dal genere.
Grazie per il tempo che hai trascorso per leggere questo testo, donne e uomini possono firmare questa petizione, grazie per il vostro sostegno.
Informazioni tratte dall'articolo in rete "Parità uomo-donna nella busta paga? Ci vogliono almeno 257 anni" del Corriere della sera di Gustavo Ghidin e dal file online per richiesta della Commissione FEMM (La commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere) dalla Professoressa Annalisa Rosselli. Fonte riguardo le pensioni donna-uomo: [https://www.pmi.it/economia/mercati/news/68239/pensioni-in-italia-uomini-e-donne-a-confronto.html] Foto tratta dal Manifesto, tutti i diritti riservati.
Link alla petizione
Slip a strappo con codice QR
download (PDF)Dati della petizione
Avviata la petizione:
05/04/2021
La petizione termina:
04/04/2022
Regione:
Italia
Categorie:
Diritti civili
Dibattito
Non è ancora un argomento CONTRA.